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XVII COMUNITA' MONTANA

"Monti Aurunci"

XVII zona del Lazio - Spigno Saturnia (LT)

 

Carta della sismicità d'Italia   Mappa di pericolosità sismica   Classificazione sismica

 

CLASSIFICAZIONE SISMICA

Il Lazio è caratterizzato da una sismicità che si distribuisce lungo fasce (Zone sismogenetiche) a caratteristiche sismiche omogenee, allungate preferenzialmente NW-SE, nella direzione della costa tirrenica e della catena montuosa appenninica. Lungo queste fasce la sismicità si distribuisce in modo omogeneo e gradualmente crescente dalla costa verso l’Appennino.

Quasi asismica risulta essere la provincia di Latina e poco sismica la zona costiera della provincia di Viterbo. Terremoti di media intensità ma molto frequenti, fino all’VIII° MCS/MSK, avvengono nell’area degli apparati vulcanici del Lazio, Colli Albani e Monti Vulsini, ed in alcuni aree del Frusinate e del Reatino; terremoti molto forti, fino al X-XI° della scala macrosismica MCS/MSK, ma relativamente poco frequenti, si hanno nelle conche di origine tettonica di Rieti, Sora e Cassino.

Questa andamento a fasce dei terremoti trova riscontro nella distribuzione degli effetti sismici osservabili nei comuni del Lazio (figura sotto), con massimi danneggiamenti nei comuni montani del reatino e del frusinate e gradualmente minori spostandosi verso le aree costiere.

Gli effetti dei terremoti dipendono evidentemente non solo  dalla forza del terremoto e dal pattern di propagazione dell’energia sismica, ma anche dalla morfologia dell’area, dal suo assetto geologico e strutturale, dagli effetti di sito e dal livello di vulnerabilità del patrimonio edilizio storico e civile dei centri urbani.

Prima del 1983 la classificazione sismica non si basava su studi sismologici approfonditi, ma era definita posteriormente ad un evento sismico attraverso i rilevamenti macrosismici dei danni subiti nei comuni colpiti dai terremoti. Infatti, una prima importante classificazione sismica dei comuni del Lazio (circa 1/3 dei comuni) avvenne nel 1915, a seguito del devastante terremoto di Avezzano, basandosi sui danni subiti dai quei comuni; nei decenni successivi pochi altri comuni del Lazio furono classificati dopo alcuni terremoti di media intensità ma sempre basandosi sui danni riportati dagli edifici.

La prima vera classificazione sismica del territorio nazionale, basata su studi approfonditi, prese corpo nel 1983 a seguito dei lavori e delle ricerche svolte dalla comunità scientifica, ma anche sulla spinta e sull’emotività del drammatico terremoto irpino del novembre 1980.

Su 374 Comuni costituenti allora la Regione Lazio, 278 (pari al 74,3%) furono classificati sismici (figura sotto), mentre i rimanenti 96 (pari al 25,7%) non furono inclusi in elenco.

Dal 1983 ad oggi, le conoscenze sismologiche sono progredite a seguito degli studi promossi dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e che hanno visto coinvolti il Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti del CNR, il Servizio Sismico Nazionale e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

A seguito di questi studi è stata formulata una Proposta di Riclassificazione sismica (1998-2001), ripresa come documento di riferimento dell’Ordinanza del PCM 3274/03, con alcune correzioni a beneficio della sicurezza (figura sotto). Questa proposta introduce alcuni elementi di novità, soprattutto per il Lazio. Infatti si ha una grande quantità di comuni, compresi tra la costa e la fascia pedeappenninica, classificati in 3° zona sismica (precedentemente non risultavano classificati). Inoltre, i “Criteri” di cui all’ordinanza del PCM 3274/03 prevedono 4 zone sismiche, dalla 1 alla 4 a pericolosità via via decrescente e con la possibilità di considerare la 4° zona come soggetta alla normativa sismica, oppure, come succedeva precedentemente, considerarla non classificata sismica.

Un ulteriore avanzamento delle conoscenze tali da permettere di migliorare la classificazione sismica del Lazio. n particolare, sono stati intrapresi studi di Microzonazione sismica, su alcuni Comuni del Lazio, scelti come rappresentativi di diverse situazione geologiche e sismologiche. Lo studio ha messo in evidenza le tipologie di territorio che, sotto la sollecitazione di un forte terremoto atteso, potrebbero portare ad amplificazioni delle onde sismiche e quindi a maggiori danni.

La nuova riclassificazione del GdL è improntata sulla cautela e su una maggiore sicurezza. Infatti prevede che il 98,2% dei Comuni del Lazio venga dichiarato sismico, a fronte del 73,4% della classificazione del 1983; le aree ad alto rischio sismico (zone sismiche 1 e 2) passeranno dal 73,5% della classificazione del 1983 e dell’Ordinanza 3274/03 al 77,8% della nuova riclassificazione regionale.

Passiamo ora ad analizzare cosa cambia con l’introduzione della nuova classificazione sismica nella provincia di Latina.

Nella Provincia di Latina nessun comune rientra in zona sismica 1 e l’unico comune non classificato è Ponza.

I Comuni facenti parte della XVII Comunità Montana “Monti Aurunci” Zona XVII della Regione Lazio, Castelforte, Formia, Gaeta, Itri, Minturno, Santi Cosma e Damiano e Spigno Saturnia sono classificati sismicamente nella 2a zona, con livello di pericolosità medio.